Un mondo meno globale? Il commercio globale nell'era delle frammentazioni geopolitiche

Le tensioni geopolitiche, dal Medio Oriente alla rivalità Stati Uniti-Cina, stanno ridisegnando le dinamiche del commercio globale. Sebbene la divisione sembri inevitabile, la realtà è una riorganizzazione strategica piuttosto che una rottura totale della globalizzazione.

Con la rielezione di Donald Trump, il sistema del commercio internazionale costruito nel dopoguerra sta subendo alcuni contraccolpi. Malgrado l'entità, la copertura e la tempistica dei dazi in arrivo non siano ancora del tutto definiti, il Presidente non ha aspettato l’insediamento per minacciare dazi del 25% su Messico e Canada nel caso in cui le misure di contenimento dei flussi di migranti e di droga verso gli Stati Uniti non siano sufficienti. Storicamente, gli Stati Uniti sono stati il principale sponsor della liberalizzazione del commercio e sono il più grande mercato finale del mondo, contando circa un terzo del consumo globale. La loro posizione sul commercio è molto importante per il futuro del commercio globale. La globalizzazione sta per entrare in un periodo di declino?

Un'opposizione di lunga data alla globalizzazione

L'opposizione alla globalizzazione non è iniziata nel novembre 2024. Probabilmente si è manifestata fin dall'inizio del 21° secolo, con il fallimento del ciclo di Doha dell'OMC. La Brexit ha dimostrato che anche nel progetto europeo in continua espansione l'integrazione non è irreversibile. La guerra commerciale lanciata con la prima amministrazione Trump ha segnato il primo aumento dei dazi tra le principali economie del dopoguerra. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno mostrato i rischi di affidarsi a paesi lontani per le fasi chiave del processo produttivo (siano esse distanze geografiche o geopolitiche). Il conflitto in Medio Oriente ha evidenziato il potenziale impatto della geopolitica sulla logistica del commercio globale. Inoltre, dal momento che il commercio inteso come quota del PIL globale è rimasto stagnante dopo la crisi finanziaria del 2008, non è ancora riuscito ad invertire il trend.

In un contesto frammentato, emergono nuovi blocchi commerciali

Questa apparente stabilità cela profondi cambiamenti in corso. Il grafico 1 mostra i flussi commerciali aggregati all'interno e tra gruppi di paesi che gravitano sensibilmente verso o lontano dalla sfera di influenza occidentale. Se consideriamo, da un lato, un blocco di paesi alleati dell'Occidente - tra cui la maggior parte dei Paesi NATO ed economie come Australia o Repubblica di Corea - e dall'altro, i paesi che hanno votato “contro” o si sono astenuti in risposta alla prima mozione delle Nazioni Unite per condannare l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, iniziamo a vedere uno schema coerente con la frammentazione geopolitica. Al centro di questa tendenza c'è lo scioglimento della partnership commerciale tra i paesi occidentali da un lato e Cina e Russia dall'altro.

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Tuttavia, vi sono prove che alcuni dei precedenti scambi commerciali tra l'UE e la Russia sopravvivono, intermediati da paesi terzi. Fin da inizio 2022, diverse ex repubbliche sovietiche hanno assistito a un netto aumento della domanda di beni provenienti dall'UE, trainata dal commercio di macchinari e attrezzature di trasporto. Allo stesso modo, analizzando meglio il commercio tra Stati Uniti e Cina, il racconto della separazione diventa più sfumata. Infatti, alcuni dei paesi che hanno guadagnato terreno come fornitori degli Stati Uniti stanno crescendo come destinazioni delle esportazioni cinesi (grafici 2 e 3).  La presenza di Messico e Vietnam all'estremità destra di entrambi i grafici merita attenzione. Per il Vietnam, questo ruolo di tappa intermedia nelle catene di approvvigionamento che collegano Stati Uniti e Cina non è nuovo, ma sembra aver subito un'accelerazione dall'inizio della guerra commerciale. Attributi simili rendono Vietnam e Messico candidati ideali per il friendshoring: accesso al mercato statunitense, base produttiva e infrastrutture di trasporto in crescita, struttura dei costi competitiva...In sintesi, quando economie grandi e fortemente integrate si contrappongono e adottano misure per separare gli scambi, la relazione può sopravvivere (almeno in parte), con l'intermediazione di paesi terzi che commerciano con entrambe le parti. Invece di essere interrotta, la catena di approvvigionamento si arricchisce di un ulteriore anello.

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Lo spostamento delle rotte commerciali: la nuova geografia del commercio

Allo stesso tempo, le barriere commerciali geopolitiche stanno trasformando le modalità fisiche del commercio globale. Ad esempio, i divieti di importazione dell'UE sul greggio russo (dicembre 2022) e sui prodotti petroliferi (febbraio 2023) hanno incrementato notevolmente il traffico di merci lungo la Northern Sea Route (NSR). Prima di queste sanzioni, l'UE era un importante mercato di esportazione per la Russia, con il 46% di esportazioni di greggio nel 2021. In risposta ai divieti, la Russia ha riorientato gran parte delle esportazioni di petrolio verso mercati alternativi, in particolare la Cina. Questi cambiamenti nelle rotte commerciali hanno dato un impulso all'utilizzo della NSR, che corre lungo la costa artica russa dallo Stretto di Kara Gate allo Stretto di Bering, in quanto offre una rotta di navigazione più breve tra il Nord Europa e l'Asia rispetto al tradizionale passaggio attraverso il Canale di Suez.

Nella loro forma più estrema, guerra e tensioni geopolitiche possono compromettere la sicurezza del commercio. L'esempio recente degli attacchi alle navi commerciali dal Mar Rosso al Mar Arabico da parte dei ribelli Houthi, con l’aiuto di Hamas, è eclatante. Ciò ha costretto i vettori a evitare di transitare per il Canale di Suez, che tradizionalmente gestisce il 12% del commercio globale e il 30% del traffico di container. Nell'ultimo trimestre del 2024 il numero di navi che hanno attraversato il canale è crollato di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo del 2022.  I vettori hanno invece optato per il Capo di Buona Speranza. Nel 2024, il Drewry World Container Index, che misura le tariffe settimanali di trasporto marittimo per container da 40 piedi su sette principali rotte marittime, è stato 2,4 volte superiore rispetto all'anno precedente (grafico 4).

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Tuttavia, nonostante l'aumento delle tariffe marittime, il volume ha raggiunto livelli record nel 2024.  Nel frattempo, il commercio ferroviario, che di solito svolge un ruolo secondario, si è rafforzato e ha agito come preziosa valvola di sfogo. L'espansione del commercio internazionale su rotaia è stata facilitata dallo sviluppo di numerosi collegamenti ferroviari transfrontalieri negli ultimi decenni, soprattutto grazie alla Belt and Road Initiative cinese.

Commercio globale: adattamento di fronte all'incertezza

La resilienza e l'adattabilità del commercio internazionale risaltano alla luce della crescente frequenza e intensità degli shock geopolitici. Nonostante queste difficoltà, il commercio globale continua a raggiungere livelli significativi, a testimonianza dell'emergere di paesi connettori e della flessibilità dei sistemi globali di trasporto delle merci. Ciò suggerisce che l'economia globale integrata rimane troppo redditizia per gli operatori del mercato per permettere una frammentazione disorganizzata, anche con le relazioni internazionali sotto pressione.

 

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